IL BORGO
Il vecchio borgo, adagiato principalmente sul versante meridionale, è stato costruito pietra su pietra dalla fatica quotidiana di un’esistenza dedicata quasi totalmente all’agricoltura. Esso si è conservato architettonicamente quasi intatto per secoli con le case attaccate l’una all’altra per motivi climatici e i numerosi vicoli tortuosi e a saliscendi. Del suo passato molto remoto poco o nulla è visibile ad occhio nudo ad eccezione di alcuni reperti antichi in mano a privati e a musei, mentre resti di mura megalitiche sono state individuate sul versante nord e lungo la zona detta del Torrione dove si notano grossi blocchi calcarei inglobati in costruzioni antecedenti il XVII secolo. Invece parte della cinta situata a valle, già segnalata nel 1699 ed eretta nelle vicinanze del tratturo Ponte della Zittola-Lucera, è stata riscoperta ultimamente dalla sezione locale dell’Archeoclub d’Italia.
LA CHIESA DELL’ASSUNTA
La Chiesa arcipretale dell’Assunta non ha una data di costruzione precisa anche se alcuni elementi architettonici risalgono ai secoli XI e XII coma la memoria dell’anno 1065, scolpita nel soprarco della porta maggiore ancora esistente, e quella del 1169, purtroppo scomparsa, che si trovava in una pietra del vecchio campanile. In origine essa era a tre navate e gli archi dividevano quella di mezzo dalle altre due in cui erano le cappelle. Aveva un campanile che “si rimirava a trenta miglia di distanza”, schiantatosi al suolo a causa di un fulmine del 1658. La saetta causò gravi danni all’intero edificio per cui nel 1726 esso venne intergalmente ristrutturato e ridotto ad una sola navata, con la sopraelevazione del soffitto, espediente quest’ultimo non riuscito perché realizzato senza rafforzare i muri laterali di sostegno. Quell’errore tecnico ha causato ulteriori interventi di cui l’ultimo nel 1962 dietro interessamento dell’Arch. Mons. Giovanni Cerio. Con questi ultimi lavori la chiesa dell’Assunta subisce una revisione generale con la pittura della volta da parte dell’artista Giovanni Passeri. Sulla stessa volta esistevano figure dipinte dall’artista campobassano Amedeo Trivisonno nel 1927. Attualmente sette altari arricchiscono le pareti laterali con le statue, tutte di pregevole fattura, di S. Rocco, della Vergine, di S. Antonio, di S. Michele, del Santissimo Crocifisso, del Sacro Cuore di Gesù, di S.Giuseppe. Quest’ultima statua è opera di Paolo Saverio di ZInno, artista campobassano del 1700. Il portale della chiesa risale al 1200 ed è affiancato da due colonne molto sottili, sormontate da capitelli in stile corinzio.
Essi reggono un arco finemente lavorato e ricco di motivi floreali. Nella lunetta, invece, è raffigurato un grosso volatile nell’atto di beccare il cibo, simbolo dei fedeli che si nutrono dei beni celesti. Nella fascia intorno vi sono scolpiti girali con foglie e fiori alternati mentre una seconda fascia, aggettante, in parte corrosa dal tempo, presenta un intreccio complicato di viticci con due animali in basso. Una curiosità: l’iscrizione corrosa dal tempo, visibile su una pietra a destra dle portale testimonia l’antico Ius Patronatus del Comune sulla chiesa. All’interno della chiesa, sotto quella che una volta era la scala a chiocciola che portava all’organo c’è una Fonte Battesimale, che risale al XIII secolo. Della scultura risaltano il classico Agnello crucifero, decorato con motivi stilizzati, in mezzo una fascia a zig zag che parte dalle bocche di due animali posti lateralmente in basso. Il pulpito della chiesa dell’Assunta è a forma di cassa, sostenuto da quattro colonne, risale al XIII secolo ed è il pezzo artistico di maggiore rilievo che non trova precisi riscontri nel Molise per il suo livello qualitativo. Finemente lavorato risulta l’arco tribolo, incorniciato a sua volta con foglie stilizzate, immerso in effetti di morbido chiaroscuro. Nella fascia superiore una fascia decorativa presenta tralci di viti ad andamento curvilineo con foglie, grappoli e due figurine umane, non statiche, intente alla vendemmia; all’angolo destro è scolpito un mascherone dalla cui bocca partono altri tralci che ornano l’intero prospetto. Tra i capitelli, variamente lavorati, interessante è quello frontale a destra con tre foglie d’acanto, ricurve stilizzate alla maniera gotica. Tra le foglie risaltano la figura di un vescovo o di re, un cammello simbolo della mansuetudine, una pia donna che reca nella mano destra una corona ed ha la sinistra sul petto: un’altra figura tenta di colpire un volatile. Il pulpito è realizzato in marmo color terra di Siena.